Storia e origini del luppolo

Storia e origini del luppolo

A cosa serve?

Il nome scientifico del luppolo è Humulus – vista la sua passione per i luoghi umidi – lupulus – per la sua malsana abitudine di strangolare le piante su cui si arrampica, proprio come un lupo con le sue prede.
Il luppolo veniva utilizzato – già dai Romani – per le sue proprietà curative, e per questo appariva nei testi ufficiali di fitoterapia verso il decimo secolo, dove veniva riportato come rimedio per diversi morbi.

Attorno al ‘500 il luppolo cominciò ad essere di fondamentale importanza per le economie europee, al punto che superò per importanza, e non per breve periodo, il commercio di vino e olio, poiché si ritagliò un posto tra i quattro ingredienti cardine della birra assieme all’acqua, ai lieviti e al malto.

Ed è proprio nel 1516 che il duca Guglielmo IV di Baviera emanò quella che ancora oggi è conosciuta come Legge di purezza, il cui contenuto sanciva l’utilizzo esclusivo per i birrari di acqua, orzo e luppolo.

Il luppolo è utilizzato nella produzione di birra fin dal Medioevo e al giorno d’oggi non esistono birre prodotte senza di esso. Oltre ad avere delle proprietà amaricanti e aromatizzanti, il luppolo è anche un potente antisettico, ovvero previene la formazione di infezioni durante il processo fermentativo e aiuta la birra a conservare la sua freschezza. Non è esagerato quindi dire che, senza luppolo, non avremmo la possibilità di gustarci una pinta fresca con tanta facilità.

E senza le tappatrici e le empitrici di Grifo, come faremmo? Non potremmo conservare al meglio la nostra birra home-made!

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