Alcune domande sul vino manuale per non esperti
Bere vino ad alcuni può sembrare un’operazione banale, ma, fatta come si deve, è un’azione che nasconde dietro a sé moltissime competenze diverse e non facili da acquisire, che riguardano tutti i processi che dalla vigna portano alla bottiglia da cui ci stiamo versando il nostro bicchiere.
Business Insider nel 2016 ha intervistato James Harbertson, professore di enologia della Washington State University, per cercare di insegnarci a capire meglio cosa stiamo bevendo, ne è risultata una chiacchierata molto attuale, capace di risolvere molti dei dubbi dei meno esperti.
- Il vino economico fa male?
No. La risposta è legata in particolar modo alla denuncia dell’anno precedente sui livelli di arsenico nei vini economici. Vi erano innanzi tutto premesse sbagliate che comparavano i livelli nel vino a quelli dell’acqua potabile. Per arrivare ad avere esperienze negative in questo senso si dovrebbe arrivare a bere almeno 2 litri di vino (circa 13 bicchieri), una quantità smodata.
- C’è differenza tra un vino che costa 50 euro e uno che ne costa 500?
Sì e No. Finché ci si limita a berlo la differenza in fin dei conti non è molta. Il prezzo può derivare da moltissimi fattori diversi come il tipo di produttore, il vitigno utilizzato, l’invecchiamento, le quantità prodotte ecc. Elementi certamente importanti da considerare ma che non necessariamente rendono un vino economico peggiore di una bottiglia costosa. Test con assaggi al buio hanno dimostrato che i vini più costosi non venivano ritenuti migliori delle loro versioni economiche, anzi, sottolineando quindi la rilevanza, più che altro, all’aspetto psicologico.
- Cosa sono i tannini e perché ci sono?
I tannini sono sostanze chimiche naturali che si trovano nel vino ma anche in altre bevande, come il tè nero. Sono ciò che lo rende corposo, donano una maggiore consistenza e sono parte integrante di tutti i vini rossi. Il motivo per cui rendono asciutta la bocca è perché si legano alle proteine, come quelle della saliva appunto.
- In che modo dovrei distinguere un aroma floreale da uno fruttato? E questi aggettivi sono importanti? Perché è importante il profumo?
Di solito i vini racchiudono molte diverse sfumature aromatiche che possono essere molto piacevoli da riconoscere. Il professore suggerisce un esercizio: dividere delle confezioni di gelatine alla frutta in base al sapore, dimenticare quali sapori sono associati a quali caramelle e riprenderle cercando di indovinarne il gusto. La stessa cosa dovrebbe succedere con il vino, si cerca di riconoscere aromi e sapori diversi, come di fragola anche se non sto mangiando il frutto.
Anche all’olfatto possono esserci tantissimi odori fruttati, floreali o corposi, che dipendono anche da quando il vino è stato aperto. Ci sono moltissime reazioni chimiche nel bicchiere che ne cambiano l’aroma dovute all’aria che reagisce con la superficie e che possono portare anche a farlo andare a male.
- Perché si parla di lievito nel vino?
Tutte le sostanze chimiche nel vino hanno a che fare con il lievito, che metabolizza lo zucchero trasformandolo in alcol e che viene aggiunto durante la fermentazione. Una volta che ha metabolizzato tutti gli zuccheri presenti nella bottiglia, muore.
- Cosa sono i solfiti?
I solfiti sono un composto presente nella maggior parte dei vini, e che esercita un’azione protettiva all’ossidazione, che determinerebbe un peggioramento del sapore. I lieviti producono alcuni di questi solfiti. Questi composti sono presenti anche in alcuni cibi, come conservanti, e alcune persone posso esservi sensibili, in questo caso la cosa migliore è evitarli.
- A cosa serve fare decantare il vino?
Questioni di olfatto e sedimenti. Le reazioni chimiche, soprattutto nei vini più vecchi, possono creare particelle solide, composte da cellule morte di lievito, proteine o altri composti organici. Far decantare per un po’ il vino contribuisce a lasciarle sul fondo. Con vini molto aromatici poi può aiutare ad attenuare il sapore.
- Perché tappiamo il vino?
Il tappo di sughero è ottimo perché si adatta alla forma di una bottiglia ed è utile per la conservazione. Però non definiamo per forza un vino con tappo a vite scadente, alcune nazioni, come la Nuova Zelanda, stanno passando a questi, così evitano l’eventuale sapore di tappo di quelli cattivi, e sono ideali se non si ha un cavatappi. Un tappo a vite ha la stessa efficacia di un tappo di sughero nell’evitare l’ingresso di aria.
- Apprezzare tipi di vino diversi è una questione genetica?
Sì. I nostri geni influiscono sulla preferenza per i gusti dolce, amaro ecc., e questo si riflette nella scelta del vino.
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